E’ indubbio che i traduttori automatici abbiano completamente rivoluzionato il modo con cui approcciarsi ad una nuova lingua, fornendo difatti un buon supporto in numerosi contesti. Celebre è sicuramente il sistema di traduzione di Google, Google Translate, sebbene non sia l’unico. Negli ultimi anni tali sitemi di traduzione istantanea si sono ulteriormente sviluppati e perfezionati ricevendo un notevole contributo da quelli che sono i cosiddetti assistenti vocali, Google Assistant in primis, ma anche Alexa di Amazon, Siri di di Apple e Bixby di Samsung. Insomma, nell’universo dei traduttori automatici c’è l’imbarazzo della scelta, se fino a qualche anno fa era sufficiente copiare e incollare online una frase o un testo per avere la traduzione desiderata, oggi, è sufficiente dire: “Ok Google, come si dice “voglio andare al cinema in inglese?” e avremo la risposta.
Potrebbe sembrare tutto perfetto e funzionante ma dietro queste intelligenze artificiali, talvolta, si nascondono gravi errori o deviazioni.


Possiamo fidarci?
Quando ci approcciamo ad una nuova lingua e partiamo quasi da zero, non vi è errore più grave di quello di affidarci totalmente a un traduttore automatico. Nonostante l’inimmaginabile tecnologa che sta dietro questi sistemi, essi non sono infallibili, anzi numerosi sono gli errori e le inesattezze che essi ci restituiscono.
Se prendiamo in considerazione Google Translator, la spiegazione a tali errori risiede nel fatto che il software che sta alla base del funzionamento del servizio, non prende in considerazione la grammatica del testo in oggetto ma si limita a rendere una traduzione che consenta di comprendere semplicemente il senso a cui il testo fa riferimento attraverso una serie di corrispondenze online più o meno simili alla frase. Sostanzialmente quindi, il traduttore si limita a tradurre, appunto, parole restituendo dei risultati che molto spesso son privi del cosiddetto senso comune. L’intelligenza artificiale non è in grado, infatti di comprendere totalmente il significato e il senso della parole, sebbene negli ultimi anni, attraverso processi di deep learning, tali sistemi stiano diventando sempre più sofisticati e precisi.
In sostanza quindi, i traduttori automatici possono essere un buon supporto nel momento in cui già si conosce la lingua e si è in grado di “filtrare” i risultati restituiti dal traduttore attribuendo loro un senso compiuto. Nel momento in cui di devono tradurre testi standardizzati, i traduttori possono essere una scelta valida, quando però è necessario tradurre testi finalizzati a trasmettere un determinato messaggio o significato, l’errore del software non può essere tollerato ed è buona pratica tradurre sulla base delle proprie conoscenze, consultando magari un vocabolario online, o perché no, un tradizionale vocabolario inglese-italiano cartaceo?